Benvenuti in RAM
Questo libro si concentra sulla pashmina, e sulla sua zona di origine. Cerca di chiarire di che cosa si tratti davvero, dipanando la confusione imperante per cui, in Italia, qualsiasi sciarpa oggi è una pashmina. Vulgata impropria sulla bocca di individui di ogni estrazione culturale.
Prova a far luce sulla differenza tra pashmina e cashmere, termini ormai divenuti sinonimi. Tracciandone la provenienza, narrandone i traffici del passato, su epiche carovaniere che si muovevano attraverso l'Asia centrale. E poi quelli dei tempi nostri, seguendo la fibra e i suoi manufatti nel loro percorso attraverso la globalizzazione.
Il libro racconta anche l'animale da cui la pashmina proviene, una capra ma poi in realtà le capre di alcune specie diverse. La changra o changtangi è la capostipite del cashmere, ed abita la zona di origine, ossia l'altopiano del Changtang di una regione oggi divisa tra il Ladakh indiano e il Tibet occupato dai cinesi. Ma sono altre capre - mongole, cinesi, iraniane e russe - simili ma non identiche all' originaria, a garantire le forniture di un mercato internazionale di fascia alta, e in crescita.
Questa indagine descrive altresì la condizione dei pastori, nomadi o seminomadi, e di qualche tessitore, con interviste che riguardano il Ladakh, luogo d'origine della fibra: un'indagine più complessiva sulla produzione internazionale di pashmina (non solo d'archivio, ma che toccasse anche diverse aree della Cina, tra cui la Mongolia interna, e poi la Mongolia indipendente, e Kazakhistan e Kirghizistan) è fuori dalla portata di questo volume. Quanto meno, per questa prima edizione.
Raccontiamo qualcosa, inoltre, del mercato internazionale di cashmere e pashmina, parlando appunto di Cina (col Tibet e la Mongolia interna che politicamente ne fanno parte, nonostante le controversie) e degli altri paesi produttori. Ed accenniamo alla produzione degli stati indiani della cintura himalayana – come l'Himachal Pradesh e il Punjab – e a quello che accade in Nepal.
Il Ladakh e il Changtang, sull’altopiano tibetano, dunque, restano la patria della pashmina, il luogo dove essa è nata. Il Kashmir è invece la regione dove per secoli la fibra – e in esclusiva - è stata dapprima ripulita e processata, quindi tessuta; e questo luogo ha dato quindi il nome a una stoffa così pregiata e duttile (il cashmere appunto), da farsi celebre in tutto il mondo. Anche se oggi l'epicentro delle operazioni si è spostato in Cina, massimo produttore mondiale e fabbrica del pianeta, che sforna ormai quasi il 70% del prodotto-pashmina presente sul mercato internazionale. Piaccia o meno si tratta de "il secolo cinese", ed la storia del cashmere appare in linea coi tempi.